La Xylella fastidiosa è un batterio che colpisce piante di olivo e non, diffondendosi nello xileno (il legno) trasmesso da insetti vettori.
In Italia in particolare è noto per attaccare le piante d’ulivo e di essersi diffuso particolarmente in Puglia negli ultimi anni.
Ma com’è arrivata in Puglia la Xylella? La sua storia è relativamente recente: si pensa infatti che il batterio della Xylella sia arrivato in Italia nel 2008 tramite un insetto ospitato da una piantine ornamentali del Costa Rica.
I primi problemi sono iniziati solo cinque anni dopo quando la patologia ha iniziato ad attaccare gli ulivi pugliesi: nell’ottobre 2013, è stata la prima volta che il batterio è stato segnalato nell’Unione europea.
Si presume che sia arrivato nel 2008 in Puglia precisamente nel sud del Salento con prime segnalazioni nell’ottobre 2013.
Identificato come patogeno da quarantena per cui è stata messa in atto tutta la profilassi per il suo contenimento.
Da allora è segnalata la sua presenza anche in Francia, Spagna e Portogallo e sono in atto controlli per impedire la diffusione del batterio.
È noto che numerose specie di insetti ad apparato pungente succhiante che si nutrono di linfa xilematica sono vettori del batterio.
La xylella è polifaga cioè si nutre di piante diverse, comprese molte piante comuni coltivate e selvatiche.
Nell’agosto 2023 l’EFSA ha co-organizzato la quarta conferenza europea sulla Xylella, riunendo centinaia di specialisti in salute delle piante da tutto il mondo a Lione, in Francia. Gli esperti hanno discusso dello stato dell’arte della ricerca per controllare questo batterio che continua a minacciare l’economia e l’ambiente europeo.
Cos’è la Xylella fastidiosa?
Come detto poco più sopra, la Xylella fastidiosa è un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti che si nutrono della linfa dello xilema.
Che piante attacca il batterio della Xylella? È associato a gravi malattie in una vasta gamma di piante in tutto il mondo: oltre alla nota malattia che attacca gli ulivi, provoca la malattia di Pierce nella vite, la clorosi variegata degli agrumi, la malattia della pesca fasulla, la bruciatura delle foglie del caffè, la sindrome del declino rapido dell’olivo e altre malattie che colpiscono alberi comuni come il susino, il mandorlo, la quercia e l’oleandro.
Dove si trova la Xylella?
Le malattie causate da xylella si verificano nelle aree tropicali, subtropicali e temperate.
Il batterio è diffuso in molte zone del Nord, Centro e Sud America e negli ultimi anni ha raggiunto l’Europa.
In Europa la Xylella non era presente ed essendo un batterio molto pericoloso sono state messe in atto fin da subito misure per la sua eradicazione .
Le indagini ufficiali condotte dagli Stati membri dell’UE confermano finora che la sua presenza è limitata all’Italia (Puglia meridionale), Francia (Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Corsica), Spagna (Isole Baleari) e un caso isolato in una serra in Germania (Sassonia).
Come si infettano le piante?
La Xylella fastidiosa colonizza i fasci xilematici all’interno delle piante.
La funzione principale dei vasi xilematici è quella di trasportare l’acqua dalle radici della pianta alle foglie, quindi quando i batteri colonizzano la pianta, i vasi xilematici si bloccano e la pianta muore lentamente.
Per raggiungere un nuovo ospite deve essere trasportata e trasmessa da un vettore: tutti gli insetti che si nutrono di linfa xilematica e dotati di apparato boccale pungente succhiante sono potenziali vettori, fino a prova contraria.
I vettori più comuni di Xylella in tutto il mondo sono:
- le cicaline tiratrici scelte Cicadellidae
- gli sputacchi (Aphrophoridae)
- le cicaline Cercopidae
- il cicalino Philaenus spumarius: attualmente l’unico vettore confermato in Puglia
Come si riconosce la Xylella sull’ulivo
I sintomi osservati sulle piante d’olivo vanno dall’imbrunimento delle foglie al disseccamento di porzioni più o meno estese dell’albero, fino alla completa morte dello stesso.
La velocità nell’espressione della malattia dipende da:
- condizioni climatiche
- stato fitosanitario della pianta prima di contrarre batteri e diffusione del vettore (quantità di cicaline presenti nell’area con le piantagioni)
Le piante di olivo possono contrarre infezione da xylella fastidiosa e rimanere asintomatiche per lunghi periodi di tempo.
Quali piante sono vulnerabili all’attacco del batterio?
L’EFSA mantiene un database di ospiti noti, che attualmente elenca 563 specie di piante, ospiti infetti sia naturalmente che sperimentalmente, appartenenti a 82 famiglie botaniche. Tuttavia, non tutte le piante elencate sono sensibili a tutti i “tipi” (sottospecie o ceppi) di Xylella. fastidiosa e, anche se colpite, le piante non diventeranno necessariamente sintomatiche.
Inoltre, anche piante appartenenti alla stessa specie possono esprimere diversi livelli di suscettibilità a seconda della varietà e delle condizioni di crescita.
L’identificazione delle specie ospiti asintomatiche è fondamentale poiché possono fungere da portatori asintomatici di questo batterio verso nuove zone e colture più sensibili.
Esiste più di un “tipo” di Xylella fastidiosa?
Sì, esistono cinque sottospecie attualmente riconosciute di Xylella (che a loro volta hanno le proprie varianti):
- fastidiosa
- morus
- multiplex
- pauca
- sandyi
In Europa, la sottospecie fastidiosa, associata alla malattia di Pierce della vite e alla bruciatura delle foglie del mandorlo nelle Americhe, è stata rilevata nelle Isole Baleari in Spagna, in piante isolate in una serra in Germania (Sassonia), ed è stata intercettata su alcune spedizioni delle piante di caffè importate.
La sottospecie multiplex è stata segnalata in Francia (Corsica e Provenza-Alpi-Costa Azzurra) e nelle Isole Baleari.
La sottospecie pauca, molto comune in Sud America, è stata rilevata in Italia (Puglia), nelle Isole Baleari e in un focolaio isolato in Francia (Mentone, Provenza-Alpi-Costa Azzurra).
Inoltre, un’altra specie di Xylella, Xylella taiwanensis, è presente a Taiwan, dove provoca bruciature sulle foglie del pero.
La sottospecie X. fastidiosa è presente anche a Taiwan.
Il Frantoio D’Orazio non ha subito danni perché non rientra nella zona in cui la Xylella si è diffusa (basso Salento).
Tuttavia, in tutta la Puglia sono in atto le buone pratiche agricole per il controllo e contenimento del batterio onde evitare che questo possa diffondersi anche in aree indenni come quella di pertinenza del Frantoio D’Orazio.