L’albero dell’ulivo: cosa sapere

L’albero dell’olivo (Olea Europaea) è un’essenza, ovvero una specie coltivata a carattere aromatico poiché dotata di elevate dotazioni fenoliche, può essere definito anche come specie, coltura o pianta.

Questo arbusto sempreverde, viene coltivato in territori dai climi caldi-aridi, originario del Medio Oriente e ha avuto un enorme impatto su tutte le più importanti civiltà del Mediterraneo.
Specifici adattamenti morfologici gli hanno permesso nei secoli a sopravvivenza in ambienti con prolungati periodi di siccità ed elevati livelli di temperatura ed insolazione.
Ha radici molto estese, tronco con vasi xilematici di ridotto calibro e foglie piccole dalla forma ellittica, ispessite e cuticolarizzate con stomi di ridotta dimensione e opportunamente schermati.

Quanti anni dura un albero di ulivo? Potenzialmente migliaia, ma non nella porzione epigea: è la ceppaia (base della radice) a resistere per più tempo.
La sua longevità è conseguenza della sua lentezza nello sviluppo: gli alberi da frutto possono impiegare anche decine di anni per raggiungere la piena produzione. 

 

Che tipo di albero è l’ulivo

L’ulivo ha una storia lunga e amata nel bacino del Mediterraneo, è una pianta secolare che affonda le sue radici in tempi molto antichi.
La sua storia va di pari passo con quella dell’uomo perché fin da subito la produzione d’olio d’oliva è stata importante per popoli e culture.

L’albero dell’ulivo infatti viene utilizzato per produrre olio, ma ha anche un ruolo fondamentale nella conservazione del suolo e nella prevenzione dell’erosione: le radici della pianta infatti aiutano a trattenere il terreno e proteggono il suolo da eventuali aggressioni (erosione idrica o ventosa).
L’olivo è stato visto nel corso della storia come simbolo di pace, vittoria e resistenza della vita stessa, evocando sentimenti di armonia, vitalità e salute.
Conosciuto come “l’albero dell’eternità“, l’olivo è uno degli alberi coltivati ​​più antichi, ancor prima che fosse inventata la lingua scritta.
Viene spesso definito anche come “l’albero della vita“, il chiaro riferimento va ai polloni ovvero i rami che si generano dalle radici o che nascono dal tronco dell’ulivo e che in particolari momenti vengono tolti per ottenere nuove piantine.

Per capire l’età di un albero di olivo bisogna guardare la forma del tronco: osservando la torsione e i solchi sul tronco: alberi giovani si presentano con una superficie liscia e chiara, alberi più vecchi di trent’anno invece mostrano le corde (connessioni radice chioma), colore bruno scuro e corteccia rugosa.
Si può individuare l’età precisa di un olivo? È difficile perché grazie alla capacità di rigenerare la chioma da nuovi polloni, spesso ci si trova davanti ad alberi con apparato epigeo ed ipogeo di differenti età.
Solo l’analisi dendrologica consentirebbe una stima più precisa. 

La regione della Puglia ha una storia millenaria che si intreccia con gli ulivi.
Ad esempio a Borgagne vive ancora oggi l’ulivo monumentale tra i più antichi d’Italia, non solo: la zona tra Ostuni, Monopoli, Fasano e Carovigno rappresenta il territorio più ricco e concentrato di ulivi, di cui numerosi sono millenari.

 

un esemplare di albero d'ulivo in Puglia

Photo credits: Visit Melendugno

Perché l’olivo viene chiamato albero dell’eternità?

La longevità dell’olivo è dovuta alla sua forza e capacità di sopravvivere a condizioni avverse: gli ulivi possono sopravvivere alla siccità, adattarsi a quasi tutti gli ambienti soleggiati o temperati, prosperare nella maggior parte dei tipi di terreno e persino sopportare periodi di basse temperature.

Si sviluppa lentamente e grazie alla possibilità di ricacciare nuovi polloni riesce a superare anche avversità che causerebbero la morte di altre essenze arboree.
Uno degli ulivi più antichi conosciuti ha più di 3000 anni e porta ancora frutti a Creta.
Oggi sono presenti 800 milioni di ulivi e non meno di 500 diverse cultivar, o varietà di olive.

Gli ulivi hanno quasi 6.000 anni e sono originari dell’odierna Turchia e Siria.
Sono probabilmente uno dei primi alberi da frutto ad essere addomesticato dall’uomo: da lì, le olive si sono diffuse in tutto il Mediterraneo in luoghi come Italia, Francia, Grecia e Spagna.
Man mano che la coltivazione dell’olivo è diventata più avanzata, si è diffusa ulteriormente in tutto il mondo.
Ogni località conferisce caratteristiche diverse alle olive che vi vengono coltivate per composizione del suolo, condizioni climatiche e tecniche di coltivazione.

 

Tipologie di piante d’ulivo

 albero dell'ulivo e olive

La classificazione commerciale suddivide gli olivi in:

  • da mensa
  • da olio
  • duplice attitudine

Tuttavia in casi rari (come ad esempio la piana di Gioia Tauro in Calabria) esistono anche olivi da legno impiegati per la produzione di legno di pregio.
Rifacendoci all’impiego prevalente, ovvero la produzione di olio, all’interno della stessa specie esistono moltissime cultivar (diverse decine) dislocate sull’intero territorio nazionale uniche e specifiche per componente aromatica, precocità e tipologia di olio prodotto.
Ad aggiungere ulteriore complessità al sistema, si pensi che spesso stesse cultivar hanno differenziato ecotipi locali adattati ad uno specifico comprensorio e che, viceversa sinonimi e omonimie rendono diverso ciò che in realtà è uguale.

 

Olivo e produzione delle olive

Per quanto riguarda la produzione delle olive, l’olivo è un albero generoso. La quantità di olive prodotte da singolo albero dipende della dimensione dello stesso oltre che del suo stato di salute.

È impensabile che un alberello posto sulle sponde del lago di Garda possa raggiungere performance produttive simili a quelle di alberi secolari salentini.
Tra le varietà di olivi da olio, la Coratina e l’Ogliarola possono in alcuni casi toccare rese in olio pari al 18%, tuttavia il dato della resa va interpretato in un contesto più ampio.
Infatti, la resa in olio è inversamente proporzionale alla quantità di olive prodotte: sarebbe più utile ragionare in produzione di olio per ettaro piuttosto che in resa di olio o di quintali di olive.
Alcuni olivi non producono olive e i motivi possono essere molteplici: stress ambientali, gelo o caldo improvviso che possono portare alla caduta delle infiorescenze o all’aborto dei frutticini.
Spesso stress subiti negli anni precedenti pregiudicano le potenzialità produttive degli anni successivi.

Per ottenere una buona produzione di olive, la pianta e la sua salute hanno un ruolo fondamentale.
Alla base del risultato produttivo, la pianta di olivo deve essere in buona salute, mantenere un buon stato fitosanitario e un equilibrato apporto di nutrienti.
Inoltre, potature equilibrate fatte nel giusto periodo, gestione agronomica equilibrata sono fondamentali per non incorrere in stress o eccessi di vigore favorevoli sbalzi di produzione e attacchi di malattie ed insetti fitofagi.

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