Olio extravergine d’oliva: come riconoscere quello buono

come si riconosce un buon olio evo

In Italia e in generale nel bacino mediterraneo, soprattutto in Grecia e Spagna, siamo grandi consumatori di olio extra vergine d’oliva.
Secondo le stime nel Belpaese in media ne consumiamo più di 12 litri a testa all’anno.
Ci piace utilizzarlo per cucinare, come ingrediente per ricette tradizionali come ad esempio la pasta e ceci pugliese o il grande classico di Carnevale, o per condire a crudo un piatto finito.

Ma si fa in fretta a dire olio evo! Come possiamo riconoscere un buon olio extravergine di oliva?
Un buon olio evo, per essere tale, deve rispettare le seguenti caratteristiche:

  • deve avere un sapore amaro e piccante (ma senza eccedere)
  • è necessario fare attenzione: la percezione varia a seconda della maturazione delle olive, del cultivar di provenienza e della tipologia di oliva
  • l’olio extravergine di oliva di qualità emette profumo di erba fresca appena tagliata
  • deve avere il caratteristico odore di olive verdi
  • il valore dell’acidità deve essere basso perché garantisce una qualità maggiore dal punto di vista organolettico dell’olio extravergine

Un olio extravergine d’oliva buono non ha difetti.

Come si fa quindi a capire se un olio evo ha difetti e come si riconosce un olio extravergine d’oliva di cattiva qualità? Utilizzando tre dei nostri cinque sensi:

  • con l’olfatto possiamo annusare e riconoscere se il profumo è fresco e vegetale. Quando l’odore è stantio o di muffa significa che le olive non sono state lavorate subito dopo essere state raccolte (la tempestività è importantissima durante una campagna olearia). E se non odora? Non è buon segno, potrebbero essere stati effettuati dei trattamenti chimici per eliminare odori sgradevoli.
  • con il gusto possiamo individuare le note dell’olio: mai troppo dolci, attenzione se troppo neutre. E soprattutto controllare che non ci sia la morchia, ovvero la posa: se l’olio presenta un deposito potrebbe contribuire a trasmettere sapore e odore sgradevoli.
  • con la vista possiamo capire che tipo di olio abbiamo davanti, solitamente le opzioni sono: olio verde, quando le olive sono ricche di clorofilla e vitamina E; olio di colore molto giallo quando le olive sono molto mature e più adatte ad olio da cucina; olio arancione: evitatelo.

Un altro fattore che va considerato è la durata: ricordatevi che un olio non dura per sempre.
In media dopo 12-18 mesi potrebbe essere influenzato da processi di ossidazione.
Conservatelo bene in un luogo lontano da fonti di calore e al buio e consumatelo entro al massimo un anno e mezzo dall’acquisto.

I dati parlano chiaro: l’olio evo è il più venduto e il più utilizzato. Non stupisce quindi, purtroppo, che ci siano numerosi casi di contraffazione.

Come si sceglie un buon olio evo

Per scegliere in fase di acquisto un olio extravergine d’oliva di qualità e non ritrovarsi con sorprese inaspettate, bisogna considerare alcuni aspetti:

  • leggete sempre l’etichettatura chiara.
    La dicitura corretta è: «olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici», meglio se prodotto da frantoi oleari, come il Frantoio D’Orazio, o aziende agricole. I vantaggi dell’acquistare l’olio evo in frantoio sono diversi, tra i quali spicca la qualità elevate, la certificazione di un prodotto derivato dalla lavorazione di olive che sono 100% italiane e che viene trattato nel rispetto delle normative italiane ed europee e inoltre la vendita di un olio nuovo, ovvero un prodotto lavorato e confezionato recentemente (cosa che invece all’interno di un supermercato non è così scontata). Leggete sempre l’origine: anche questo si legge sull’etichetta, dove deve sempre essere presente la provenienza dell’olio. Troverete diverse diciture: comunitaria, extracomunitaria, riconducibile a miscele di oli comunitari o extra Unione Europea. Diffidate delle etichette dove l’origine dell’olio non è indicata e cercate sempre l’annata dell’olio
  • l’olio evo di qualità deve essere confezionato in bottiglie che impediscono l’esposizione alla luce. I materiali che vanno per la maggiore sono il vetro scuro, la latta e la terracotta. La luce infatti è uno dei principali nemici dell’olio in fase di conservazione, l’olio come tutti i prodotti con una ricca componente di grassi, è soggetto al fenomeno dell’ossidazione.
  • infine il prezzo. Argomento spinoso, di cui abbiamo già discusso ma che non può essere trascurato: un olio evo di qualità e di origine italiana, che ha visto l’impiego di esperti e manodopera, ha un costo medio che non può essere inferiore a 8-13 euro al litro, anche se il prezzo varia annualmente. Gli oli che costano meno rischiano di non essere solo extravergine e quindi di essere stati mischiati con altre miscele o contraffatti.

Come riconoscere un olio contraffatto?

Come anticipato poco più sopra, l’olio extravergine d’oliva è purtroppo spesso protagonista di contraffazioni e quindi frodi alimentari.
Secondo i rapporti UE, l’olio d’oliva è tra le merci più colpite da questo fenomeno e viene contraffatto con miscelazione di altri oli vegetali meno pregiati, spesso con aggiunta di coloranti per migliorare l’aspetto o con la sostituzione di oli d’oliva di qualità inferiore.

Per riconoscere un olio d’oliva contraffatto e averne certezza vengono effettuati dei test di laboratorio dagli organi competenti che analizzano alcuni parametri tra i quali l’acidità, cere e steroli nelle analisi chimiche, etc
Un altro appunto che ci sentiamo in dovere di fare è sulla provenienza delle olive.

Acquistate un olio 100% italiano: questo garantisce tempi di trasporto e stoccaggio minore e anche una buona qualità sul tipo di olive utilizzate.
Date un’occhiata alla nostra ricca selezione di olio extravergine di oliva: potete trovare formati e blend differenti e anche l’olio biologico pugliese, tutto sul nostro shop!

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